Dopo la tempesta perfetta c’è sempre il sole. Non bisogna avere paura di lasciare perchè quello che conta non ci lascia mai. Carry on. Si muore un po’ per poter vivere. L’arte di perdere non è troppo difficile da imparare. Ma sarà la prima che incontri per strada che tu coprirai d’oro per un bacio mai dato, per un amore nuovo. Chiusa una porta si apre un portone. I problemi non sono mai eterni e hanno sempre una soluzione.
Ieri riflettevo sul fatto che sono stati scritti fiumi di parole sul tema dell’abbandono, della perdita. Quando la vita ci mette di fronte a queste situazioni però non siamo mai pronti. E ci arrabbiamo e ci arrovelliamo e passiamo tanto tempo a farci domande, quasi sempre inutili. Inutili perchè la risposta è sempre un punto di vista.
I rapporti non sono mai semplici. Chi si illude che in un rapporto tutto possa essere automatico e venire perfetto è una persona piccola. Un adolescente, un idelizzatore. Tutto si costruisce pian piano. Chi pensa che la strada siano i sacrifici invece è un masochista.
La chiave sta proprio a metà credo, nel compromesso. Ma le variabili sono mille e non parliamo sicuramente di una scienza esatta.
Per questo motivo si può disquisire a lungo (io compresa) su uno dei temi più dibattuti, più potenti e ampi che esistano.
Quello che penso ultimamente è che prima di tutto bisogna conoscere se stessi.
Le mie certezze su di me sono continuamente messe in discussione. L’ho sempre pensato come a un atto di crescita, ma anche i punti fermi sono importanti.
Poi bisogna stare bene con se stessi. Su questo ci sto lavorando con risultati soddisfacenti. Mi sento le spalle larghe ora e farò di tutto perchè siano belle forti.
Arrivo sempre a fine estate, però, con tante domande, un po’ come se fosse il mio personale bilancio.
Vi chiedo oggi di fare questo con me, di condividere, senza un particolare stato d’animo se non una presa di coscienza. Che siate amici o passanti.
Io condivido il fatto che ho gli occhi nostalgici ma che guardano lontano, che l’anno trascorso mi ha lasciato forse un po’ di amaro in bocca, ma che sorrido perchè è l’unico modo che conosco per affrontare la vita. Che le cose non succedono per caso e che prima o poi tutto ha un suo perchè. Ma non si può pretendere di avere tutte le soluzioni e tutto al suo posto immediatamente, subito possiamo solo cercare di “liberarci dai nodi”.
Detto questo lascio andare l’ansia di controllo e l’ansia di avere ogni risposta a ogni domanda.
E vi auguro buon ferragosto. Come lo passerete? Io ho un po’ di nostalgia, tra le altre cose, delle serate danzanti sulla sabbia fresca e umida, quelle dove neanche un pensiero lontano ti può sfiorare e spero proprio che le circostanze mi permettano di farlo anche quest’anno.Accompagno questi pensieri al mio personale esperimento di fluffosa, la torta del web, delle blogger, delle blogalline.. Insomma LA TORTA. Quella che da una proposta di
Monica è diventata una delle ricette più popolari del momento.
Soffice e versatile, nella mia personale variante l’ho abbinata al cioccolato, le mandorle, il sale dolce di Cervia. Le mie torte sono sempre un po’ imperfette, qui per esempio sono stata costretta a usare la carta forno e i bordi sono quelli che sono. Ma, diciamo che credo nella bellezza delle imperfezioni, che mondo sarebbe senza? 🙂
Ingredienti (per uno stampo da 28 cm)
300 g di zucchero
250 g di farina 0
6 uova
50 g di cacao amaro
130 g di olio di semi
180 g di acqua tiepida
una bustina di lievito per dolci
mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio
una bacca di vaniglia
sale dolce di Cervia q.b.
mandorle a lamelle per guarnire
Per la glassa al cioccolato:
100 g di cioccolato fondente
30 g di burro (una noce)
20 g di latte
Per prima cosa separiamo i tuorli dagli albumi e montiamo questi ultimi a neve.
Setacciamo le polveri (farina, lievito, bicarbonato, cacao) e le mescoliamo in una ciotola capiente. Aggiungiamo lo zucchero. Tagliamo per il lungo la bacca di vaniglia e la aggiungiamo mescolando bene. Aggiungiamo anche un pizzico di sale di Cervia. Formiamo una cavità al centro e aggiungiamo l’olio (io di semi misti), l’acqua tiepida e mescoliamo. A uno a uno aggiungiamo anche i tuorli.
Terminiamo incorporandoo gli albumi montati e creando una pastella omogenea.
Preriscaldiamo il forno a 165° (io ventilato).
Versiamo metà del composto in una teglia di 28 cm di diametro foderata di carta forno. Spargiamo2/3 prese di sale dolce e versiamo anche il restante composto.
Cuociamo per 50 minuti circa. A questo punto
Monica, nella ricetta originale diceva di alzare la temperatura di 5° e di cuocere per altri 10 minuti, ma la mia fluffy era già avanti di cottura. Questo punto penso sia da valutare a seconda del forno che si possiede.
Prepariamo la glassa sciogliendo a bagnomaria il cioccolato fondente col burro e il latte e mescolandolo.
Quando la torta si sarà raffreddata e l’avremo sformata, spalmiamo la glassa. Spolveriamo con un altro pizzico di sale dolce e terminiamo con la mandorle a lamelle.
Facciamola raffreddare in frigorifero prima si servirla, in modo che la glassa risulti ben croccante.
Le pubblicazioni della cuisine ripartiranno dalla prossima settimana. Mi sento di darvi appuntamento a martedì, anche se ultimamente i programmi non sono il mio forte!
A presto!
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