Questo mese l’appuntamento con la ricetta di
Stefania dell’MTC è stato particolare. Mi piace molto preparare torte e, in questo caso, si è affrontata una torta di pasticceria americana. Armata di lista della spesa ho fatto un giro per Cesena per vedere un po’ cosa si trovava nei negozi bio, soprattutto per le farine elencate in ricetta. Ho scoperto che la fecola ce l’avevo già a casa (mai aperta, wow), ho comprato quella di riso (impalpabile, come da ricetta), mentre quella di tapioca non l’ho trovata, mi han detto che è una farina che si conserva per poco tempo, quindi ho ripiegato sulla maizena (anche quella c’era già a casa, doppio wow!).
Tutto questo perchè ci stiamo cimentando in una cosa bellissima, ovvero la preparazione di un dolce per una persona celiaca. Per me è stata la prima volta, non conosco delle persone con questo “problema”, ma ora ho capito delle cose in più.
In più ho comprato anche il colorante rosso in polvere, da aggiungere all’impasto. A fine ricetta le scodelle tutte schizzate di rosso e sparse un po’ per tutta la cucina davano alla stanza un effetto molto Stephen King (uno scenario ibrido tra Shining e Misery non deve morire..).
Anche se ci è stata data libertà nella farcia, proprio per il fatto che non mi sento sicurissima in questo campo, sono stata abbastanza fedele alla crema che ha usato anche Stefania, alleggerendola un po’. So che questa scelta non è particolarmente estrosa o di carattere, ma ho utilizzato l’occasione per imparare e mi sono divertita e questo è più che soddisfacente. Poi il mio tocco l’ho dato, coi miei amati frutti di bosco:)
Ho usato uno stampo un po’ più grande, di 24 cm di diametro e anche per questo motivo è più bassa della ricetta originale. Anche se nelle indicazioni c’era scritto che con questo spessore sarebbe stato difficile tagliarla orizzontale, io, previa conservazione in frigorifero delle basi per una notte, ci ho voluto provare lo stesso e ci sono riuscita. Per cui i miei strati di farcitura sono tre! Vi assicuro che il sapore è ottimo e la torta bella “spugnosa”.
Ci sono alcuni aspetti della pasticceria americana che sono molto interessanti. Ossia la voglia di stupire, la grandezza, l’uso del colore, l’ambizione per la decorazione. Avete presente il film della Disney con Hayley Mills “
Il Segreto di Pollyanna“? C’è una
scena, quella della fiera, dove la piccola Pollyanna gira tra i banchetti e mangia qualunque cosa (sti americani senza fondo!). Pannocchie tostate, cocomero, mele candite, poi passa vicino a queste torte, giganti e a strati. Da piccolina le guardavo e sognavo di tuffarmici sopra. E quelle fette enormi… che meraviglia…
Quando mia mamma ha visto in foto la torta di Stefania dell’MTC il suo commento è stato: “la torta di Pollyanna!!!” (a casa Tantocaruccia siamo molto Disneyani).
Quindi in qualche modo ho realizzato un sogno di bambina, certo non mi ci sono tuffata sopra (però sarebbe stato bello..), ma ho potuto sperimentarne il sapore, di una torta americana e in più senza glutine.
Mi piace ricordare che, anche per chi lo tollera, evitarlo di tanto in tanto non è assolutamente un male, non è vero?
Ora andiamo diretti alla ricetta. Oggi con i video mi voglio sprecare e ve ne consiglio
uno, quasi a doc, per accompagnarvi nella lettura (ci sono mille canzoni che la potrebbero accompagnare in realtà! Ma se c’è pie nel titolo, significa che è proprio adatta!).
Vi copio-incollo quella di
Stefania, per la base seguita passo passo, con tanto di indicazioni e marche per una ricetta veramente gluten-free .
Ingredienti:
160 gr di farina di riso sottilissima tipo amido (Le Farine Magiche Lo Conte, Pedon, Rebecchi)
60 gr di fecola (Cleca, Pedon, La Dolciaria, Sma & Auchan)
30 gr di farina di tapioca (che potete sostituire con Maizena)
1/2 cucchiaino da tè di sale
8 gr cacao amaro (Venchi, Easyglut, Pedon, Olandese)
110 gr burro non salato a temperatura ambiente
300 gr di zucchero
3 uova medie (io uso quelle bio codice 0, ma non è rilevante ai fini della celiachia)
1 cucchiaino da caffè di estratto vaniglia bourbon (o i semi di una bacca, ma non usate la vanillina)
240 ml di buttermilk (se lo trovate già pronto, altrimenti la ricetta in fondo al post)
1 cucchiaio di colorante rosso (Rebecchi e Loconte)
1 cucchiaio di aceto bianco
1 cucchiaino da tè di bicarbonato di sodio
Pre-riscaldate il forno a 175°C.
In un recipiente mescolate le farine, il sale, il cacao. In un altro recipiente, sbattete il burro per 2-3 minuti, finché sarà soffice e poi aggiungete lo zucchero e sbattete per altri 3 minuti.
Aggiungete le uova, una alla volta, sbattendo 30 secondi dopo ogni aggiunta.
Mescolate il colorante al buttermilk e quindi versate poco per volta al composto di burro, alternando le polveri al buttermilk. Possibilmente iniziate e finite con la farina. Aggiungete anche la vaniglia e mescolate.
In una tazzina (capiente) mescolate il bicarbonato all’aceto bianco, facendo attenzione a versarlo subito nell’impasto (altrimenti ve lo troverete per tutta la cucina) e incorporatelo bene con una spatola.
Imburrate due teglie da 20 cm (io da 24 cm) e spolverizzate con farina di riso. Fate cuocere per 40/45 minuti, o finché non vedete che è cotto (con il trucchetto dello stuzzicadenti!)
Lasciate raffreddare la torta dentro la teglia (potete usarne anche una in silicone, ma è meglio usare la carta forno per evitare contaminazioni) per 10 minuti. Poi toglietela dalla teglia e lasciatela raffreddare, quindi fasciatela nella pellicola trasparente. Fatela riposare in frigo per diverse ore (io l’ho lasciata tutta la notte). In questa maniera sarà più facile da tagliare senza che si sbricioli e sarà più semplice mettere la farcitura. Non spaventatevi se vi sembra troppo dura, perché a temperatura ambiente tornerà morbidissima.
Questa è la ricetta base, a questa si possono aggiungere infiniti sapori. Si può conservare in frigo in un contenitore ermetico e riutilizzare quando se ne ha bisogno.
Riprendo la parola io per darvi la ricetta della mia farcia e la mia guarnizione:
Ingredienti:
450 g di formaggio spalmabile tipo Philadelphia
280 g di zucchero a velo (io ho usato quello semolato tritato finemente, non mi fa impazzire quello vanigliato)
scorza di un limone bio grattugiata
250 g di frutti di bosco surgelati
Prepariamo la crema sbattendo il formaggio con lo zucchero e aggiungiamo anche la buccia grattata. Gli ingredienti si devono omogeneizzare perfettamente.
Riprendiamo la nostra base e ognuna la tagliamo in due orizzontalmente in modo da ottenerne 4.
Spalmiamo ogni strato con circa 2-3 cucchiai della nostra crema (in modo da ottenere, quindi, 3 strati). Copriamo completamente la torta, anche i bordi per ottenere un effetto total-white. Orniamo la cake con i frutti di bosco. Conserviamo in frigorifero per un paio d’ore prima di servire (il tempo che i frutti di bosco si scongelino e rilascino un po’ del loro succo).
Ai fini di questo post vi copio-incollo anche la
ricetta del buttermilk (o latticello) fermentato, un preparato molto usato nella cucina americana, necessario per preparare questa torta. Da preparare con alcune ore di anticipo perchè abbia il tempo di fermentare.
Ingredienti (per circa 190 gr latticello e 150 gr burro):
* 400 ml panna fresca (non zuccherata, senza aromi, stabilizzanti e coloranti aggiunti)
* 2 cucchiai di yogurt magro (per fare fermentare il latticello)
Strumenti:
* Planetaria o sbattitore
* Panno di lino bianco pulito
Montare la panna con la planetaria o con uno sbattitore, inizialmente al minimo, per poi aumentare gradatamente fino a raggiungere la massima velocità, come se si dovesse preparare la panna montata, con la differenza che quando sarà montata non ci si dovrà fermare, ma farla “impazzire”. Inizialmente la panna monterà a neve ferma, continuare a frullare, la panna diventerà grumosa e poi inizierà a separarsi in una parte liquida (il latticello) e una parte solida (il burro).
(Inutile dire che a far impazzire tutta quella bella panna morbida mi si è spezzato il cuore a metà).
Consiglio di coprire la ciotola dello sbattitore perché quando il burro e il latticello iniziano a separarsi la frusta schizza ovunque. Dopo circa 15 minuti, quando il burro rimane impigliato nella frusta lasciando sul fondo della ciotola tutto il liquido, si può procedere con la scolatura.
Disporre il burro in un panno pulito, stringerlo a palla e strizzarlo dentro ad una ciotola (il liquido colato può essere aggiunto al restante latticello). Cercare di eliminare più liquido possibile per garantire una conservazione più duratura al burro.
Quando non gocciola più, sciacquarlo sotto l’acqua corrente fredda per eliminare ogni residuo di siero. Lavorare energicamente la massa di burro con le mani bagnate su un piano di lavoro umido come se si stesse impastando il pane. Dare al burro la forma desiderata servendosi di uno stampo e far rassodare in frigorifero.
Filtrare il latticello, versarlo in un vaso e riporlo in frigorifero. Se invece si desidera farlo fermentare, aggiungere due cucchiai di yogurt magro, mischiare bene, chiudere il vaso con della pellicola e lasciare fermentare tutta la notte a temperatura ambiente (circa 25°, in inverno si può mettere avvolto in una coperta di lana in una zona calda della casa).
N.B. per ottenere la quantità di latticello prevista per la ricetta della sfida, usate 500 ml di panna.
Con questa ricetta partecipo all’MTChallenge di febbraio:
Nella sfida c’era un’altra sfida, ossia quella di cucinare con i tacchi a spillo. Ora, care ragazze dell’MTC, io ci metto tanta buona volontà, ma c’è una cosa importante che dovete sapere. Ossia che dietro Tantocaruccia c’è Claudia, una ragazza, sì tanto caruccia, ma anche alta 181 cm. E che con 12 cm di tacco diventa 193 cm. Nessun problema apparente se non fosse che per cucinare da un’altezza così dovrei stare costantemente piegata più o meno a 90°, soluzione scomoda, oltre che molto dolorosa per la mia schiena già non in ottimo stato. Non me ne vogliate allora se la red velvet è stata cucinata con i piedi per terra, con delle adorabili pantofoline con i gatti e che quindi, per questa volta, mi prendo il banner dei maschietti^.^
A presto!
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