Buondì!
Oggi concludo il mio “reportage” sulla Francia col capitolo sulla Bretagna. Sono tornata ora da lezione e sono troppo stanca anche per cucinare. E’ il momento buono per scrivere.
E’ una cosa faticosissima scegliere le foto, io vorrei metterle tutte! Ma fra me e il padre ne abbiamo fatte quasi settecento, direi che non è fattibile.
Eccola qua la Bretagna. Quello che offre questa terra sono brughiere (anche se chiamarle brughiere forse non è esatto) e paesaggi, spiagge e cattedrali fatte in pietroni (termine tecnico di noi futuri architetti). Ma anche reperti archeologici, la tradizione celtica è molto forte in questi posti che sembrano un po’ gli habitat delle fate. Naturalmente non ho resistito e una fatina bretone da mettere vicina alle mie piantine me la sono comprata, è bellissima!
Nella spiaggia qui di sopra, al momento di andarcene mentre passavamo per il boschetto di fronte ci ha tagliato la strada uno scoiattolino (dolce!).
Era mattina (il momento migliore, sulle 9,00 quando il sole è sorto da poco) ed era freschetto, in generale le temperature sono fredde. Quei giorni ovviamente mi sono raffreddata e non sono ancora del tutto guarita…
Mentre andavamo verso Josselyn in un autogrill mi sono trovata di fronte un signore che dice piano “ne bouge pas ne bouge pas ne bouge pas!” (letteralmente “non muoverti non muoverti non muoverti”) dentro di me ho pensato “che vuole questo?”, poi mi sono accorta che aveva adocchiato questo enorme cagnone prima di me. Ma quanto è bello? Eravamo in 3 a fotografarlo, quando è tornato il padrone si è messo a ridere dicendo “C’est 10 euros pour la photo”. L’istinto era dargli tanti bacini (al cane, non al padrone..) ma mi sono trattenuta…
Tornando al viaggio vero e proprio ecco cosa abbiamo visitato.
La costa Nord della Bretagna:
Cancale
Saint Malo
Dinard
Saint Malo è un antico villaggio di pescatori, buona parte raso al suolo dalla guerra, ma ricostruito in modo intelligente, mantenendo cioè le sue peculiarità (questo paese lo avevo già visitato durante l’Erasmus ma ci sono tornata volentieri)
Per fare questa foto ho rischiato la vita, per questo motivo è un po’ mossa…
Il faro di Frehél
Il forte di Lalatte (entrambi antiche fortificazioni)
Zona centrale:
Josselyn (ma il castello era chiuso, maledetti!!!)
Costa Sud:
Quiberon (sull’Oceano Atlantico, un pomeriggio che pioveva a dirotto)
Carnac con i suoi sassoni (i Menhir degli uomini primitivi tutti in fila, faccio dell’ironia ma è un paesaggio molto suggestivo)
Questi Menhir in fila (in gergo Cromlech o come si scrive..) sono campi e campi di pietre dedicate alle presunte divinità primitive, dove però facevano riti magici anche i druidi veneti (i veneti son stati qui tanto tempo), noi abbiamo avuto la sfortuna di capitare un giorno di pioggia ma normalmente si fa una bella passeggiata!
E per ultimo, visto che era sulla strada dell’aeroporto, abbiamo fatto una capatina nell’amata Normandia, nella Rouen che è sempre lei.. Pure la casina dove stavo si è mantenuta tale…
In Bretagna si mangia altrettanto bene che nel resto della Francia. Sono un popolo di pescatori e allevatori, in passato un po’ allergici e antipatici al resto dello stato, con un loro dialetto molto diverso dal francese e una loro cultura. Si potrebbero paragonare ai nostri sardi, forse. La cucina comprende tanto pesce dei mari nordici, crepe salate (le galette) farcite con prosciutto e formaggio e naturalmente cozze, capesante e ostriche che a me fanno impazzire (a parte che mi sarei voluta portare via le madreperle, sono troppo belle!). Il burro salato è il loro cavallo di battaglia. Le zuppe sono un piatto che ancora non si vede molto (forse per loro a 10° a mezzogiorno è ancora caldo per questi piatti…).
Inoltre, dei prodotti di questa cucina, ne ho comprato qualcuno e ve lo proporrò in qualche ricetta prossimamente. Ho comprato una confezione di rillette de Canard (pasticcio di carne di anatra), un vasetto di bacche di rosa commestibili (ancora ignoto l’uso che ne farò), un vasetto di confettura di latte (penso sia una specie di mou) e una confezione di caramelle mou.
Finisce qua il mio escursus ma forse ne parlerò ancora, chissà.
Il giorno del rientro, dopo Rouen, è stata una lunga giornata con aereo serale e piena di tempi morti in aeroporto. Odio questi orari stupidi! Il mio professore (responsabile del mio scambio erasmus) mi ha sempre detto che gli orari molto presto o molto tardi sono dovuti al fatto che l’Italia per Ryanair è al confine dell’impero. Devo ancora capire che cosa significa… Chi lo sa è pregato di riferirmelo.
Con questo vi bacio tutte e a presto!!!
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